Jojo Rabbit e la favola drammatica degli spiriti innocenti
Liberamente tratto dal romanzo del 2004 Il cielo in gabbia (Caging Skies) di Christine Leunens, il film è una commedia drammatica ambientata nella Germania nazista del 1945
Una sfida quella di Taika Waititi, regista neozelandese e sceneggiatore di un film discusso come Jojo Rabbit, che esce nelle sale cinematografiche italiane il 16 gennaio. La critica internazionale infatti ha espresso qualche dubbio sulla capacità di alleggerire tematiche delicate quali il nazismo e la persecuzione degli ebrei. Nonostante tutto la pellicola punta in alto con due nomination ai Golden Globe 2020 (migliore attore protagonista e miglior film commedia o musical) e ben sei candidature agli Oscar: film, sceneggiatura non originale, scenografia, costumi, montaggio e attrice non protagonista per Scarlett Johansson.
La trama racconta di un bambino di dieci anni, nato e cresciuto nella Germania nazista e indottrinato a dovere dalla propaganda del regime. Jojo è però timido e impacciato ed ha un amico immaginario piuttosto dispotico con il volto di Adolf Hitler: questo rapporto è tanto importante da aiutarlo a cavarsela tra le difficoltà di un paese in guerra. Un giorno scopre che sua madre nasconde in casa una ragazza ebrea, Elsa, e questo sconvolgerà il suo mondo. Elsa e Jojo sono costretti a convivere, lei per restare in vita, lui per proteggere la madre che ama più di ogni altra cosa al mondo. Ma i pregiudizi del ragazzo cederanno grazie all’amore e ad un’amicizia che si rivela più forte dell’odio razziale.
Il film ha come interpreti Roman Griffin Davis, Thomasin McKenzie, lo stesso Taika Waititi, Rebel Wilson, Sam Rockwell e Scarlett Johansson ed è distribuito da 20th Century Fox. I dialoghi surreali, le situazioni esilaranti e la grande ironia danno vita ad una commedia drammatica che unisce problemi dell’adolescenza e nazismo e porta un ragazzino a guardare con altri occhi quanto sta succedendo intorno a lui, fino a dubitare della legittimità degli insegnamenti che ha ricevuto.
Presentato in apertura al Torino Film Festival 2019 si propone agli spettatori come un film sopra le righe, una favola nera che ha in sé una grande energia, un film-fumetto che usa la parodia per ironizzare soprattutto sull’indottrinamento nazista con una satira non banale ed incisiva.
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