Lucio Dalla e la canzone censurata a Sanremo
«Il brano doveva intitolarsi “Gesù Bambino”, poi lui ebbe un colpo di genio e mise la sua data di nascita» il ricordo di Pallottino
La storica dell’arte e paroliera Paola Pallottino, ha ricordato così la prima performance di Lucio Dalla all’Ariston nel 1971, quando presentò la canzone “4/3/1943” che all’inizio si chiamava “Gesù Bambino” considerata blasfema. A cinquant’anni da quell’esibizione storica, la genesi di quell’opera viene esplorata nel libro “Dice che era un bell’uomo… Il genio di Dalla e Pallottino” scritto dal giornalista Massimo Iondini, con contributi di Pupi Avati, Gianni Morandi e dell’amico di sempre di Dalla, Tobia Righi.
“L’idea – dice Iondini – nasce dalla mancanza di libri su Dalla del periodo 1970-71. “4 marzo 1943″ è solo la punta dell’iceberg della collaborazione con Paola Pallottino. È proprio con lei che Dalla ha iniziato una collaborazione con testi di un certo spessore culturale e simbolico, che hanno forgiato l’autore Dalla. Quella canzone fu un successo a più livelli, in primis perché fu ripescata all’ultimo momento, dopo essere passata sotto la censura”
“Il titolo fu cambiato con un colpo di genio di Dalla – racconta Paola Pallottino -, che sostituì “Gesù Bambino” con la sua data di nascita. Dovetti fare alcune modifiche nel testo, per certi versi rivoluzionario, perché per la prima volta portò in una rassegna di musica leggera il dramma di una ragazza madre e di un figlio della guerra”.
Tra retroscena e aneddoti degli esordi della carriera di Dalla, Iondini rivela l’esistenza di una versione inedita del brano “La ragazza e l’eremita”, un testo scritto sempre da Pallottino e musicato nel 1994 da Angelo Branduardi.
“Con grande emozione ho ascoltato quella vecchia esecuzione piano e voce di Dalla, incisa sul nastro di una vecchia audiocassetta – racconta Iondini -. Si tratta di un provino registrato a casa di Lucio nel 1970, che Paola Pallottino ha conservato per tutto questo tempo e che ora viene svelato e raccontato. Spero che la Sony la renda presto disponibile”.
Infine, Iondini fa riferimento alla sua città natale, Milano. “Dalla era molto profetico – dice -. Basta riascoltare “Milano, tre milioni, respiro di un polmone solo che come un uccello gli spari lo manchi riprende il volo” (versi tratti dalla canzone “Milano” di Lucio Dalla, NdR), molto attuali alla luce di questa pandemia che sta mettendo alla prova la mia città, ma che mostra anche la sua capacità di riprendersi e continuare a volare”.
Il libro “Dice che era un bell’uomo… Il genio di Dalla e Pallottino” offre un’interessante e dettagliata retrospettiva sulla carriera di Lucio Dalla e sulla sua importante collaborazione con Paola Pallottino, attraverso interviste e contributi di personalità del mondo della musica e dello spettacolo, che ci permettono di comprendere meglio l’influenza e l’eredità lasciata da questo grande artista italiano.
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