Sciascia a trent’anni dalla scomparsa: il valore delle idee nel “sentire umano”
L'eredità dello scrittore di Racalmuto, nel trentesimo anniversario della scomparsa, diventa spunto di riflessione per capire le verità di oggi e progettare il futuro
La sensibilità e l’esperienza consentono agli spiriti aperti di conoscere, di creare quei processi di rinnovamento e di opinione che sono fatti di verità. E il concetto di verità vuole che un uomo di cultura al passo con i propri tempi si impegni nell’uso della ragione, un uso che sia anche pubblico e libero di esprimere cambiamento, convinzioni e dissenso, se necessario.
Leonardo Sciascia riteneva che gli strumenti culturali fossero necessari per comprendere e vivere la propria realtà sociale e vedeva nella cultura della sua epoca una funzione non consolatoria ma critica, in grado di mettersi in discussione e giudicarsi severamente. Se la storia e la politica guardavano ai fatti particolari trasformando concretamente la società, intellettuali come lui potevano invece modificarla concettualmente e in profondità.
A trent’anni dalla morte le parole sono ancora uniche ed irripetibili, specchio di una società silenziosa tanto da risultare impercettibile nell’apparenza del mondo. I protagonisti sono persi nello spazio ma vincitori nel tempo, come il Capitano Bellodi de “Il giorno della civetta” che rappresenta un modello di coraggio e umanità moderni, in grado di crescere nella coscienza del lettore fino a diventarne intimo amico.
Nella sua scrittura nasce un gioco di specchi che rimandano ad altri specchi, in una corrispondenza amara e misteriosa tra letteratura e vita. Emergono l’intransigenza, la volontà, la curiosità universale e una energia prudente in tutti i personaggi che sono di fatto ispiratori e rappresentano tutti gli eroi che l’Italia ha conosciuto.
L’eredità di Sciascia è racchiusa dentro la cultura impetuosa e appassionata di una Sicilia inerte che avrebbe voluto cambiare il mondo, dentro libri radicali, dentro le polemiche intense e dolorose scritte tra le pagine dei giornali e l’impegno che il suo professionismo ideologico ha determinato.
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