Il teatro come rifugio per le proprie illusioni: “I Giganti della Montagna” in scena al Teatro Biondo
Il cerchio magico della sua trilogia pirandelliana, dopo “Sei personaggi in cerca d’autore” e “L’uomo dal fiore in bocca”, si chiude con il dramma incompiuto per eccellenza. Diretto ed interpretato da uno dei professionisti più apprezzati del panorama cinematografico e teatrale, Gabriele Lavia, lo spettacolo va in scena all’interno della nuova stagione “Traghetti 2019/2020” del Teatro Biondo. Lo spettacolo è coprodotto dal Teatro Biondo, dalla Fondazione Teatro della Toscana e dal Teatro Stabile di Torino. La pièce narra la vicenda di una compagnia di teatranti guidata dalla contessa Ilse e in procinto di mettere in piedi la rappresentazione di un pezzo teatrale, “La favola del figlio cambiato”. Gli attori trovano rifugio in una villa chiamata La Scalogna, dove vive un mago di nome Cotrone e sarà lui stesso a suggerire alla contessa di andare a rappresentare l’opera dinanzi ai Giganti della montagna, uomini dal potere immenso che vivevano su di una montagna. I Giganti rappresentano gli uomini che non hanno più coscienza rispetto alle proprie origini, sono diventati altro perché rifiutano di conoscere sé stessi e così facendo annientano la “poesia originaria” che dovrebbe mostrare l’essenza dell’uomo. L’incompiutezza dell’opera lascia un finale aperto, sospeso ma tutt’altro che imperfetto o carente: secondo il regista infatti è la certezza che la poesia non può in nessun caso morire.
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